LA MEDICINA TRADIZIONALE
La medicina tradizionale sahrawi nasce in epoca
remota, tra le tribù nomadi. In ogni clan c'era una persona che conosceva come curare gli animali, le proprietà delle erbe contro le malattie degli uomini e come curare le ferite di guerra. In quest'epoca le sostanze base per ottenere i rimedi tradizionali erano per la maggior parte piante del deserto o provenienti dal Senegal, Mali e Mauritania, dove i nomadi si spostavano in cerca di pascoli ed acqua. Da generazioni si tramandavano le conoscenze di anatomia e fisiologia arabe ed i rimedi per diverse occasioni.
Durante il colonialismo spagnolo la sanità fu sviluppata in modo insufficiente anche per le truppe militari spagnole; la popolazione locale era quasi del tutto ignorata; gli spagnoli durante tutto il periodo della colonizzazione hanno costruito solo una ventina di dispensari ed un ospedale con 200 posti letto. La medicina tradizionale continuava ad essere pressoché l'unica strada per combattere le malattie più semplici e conosciute da tempo, ma l'inurbamento di molta popolazione nomade fece sviluppare anche epidemie di malattie fino ad allora sconosciute, come la tubercolosi ed alcune malattie veneree. Nei primi anni di rifugio nei campi profughi attorno a Tindouf, le malattie, le ferite, la malnutrizione ed i postumi dei bombardamenti al napalm erano così imponenti da non essere sufficientemente sostenute dalle infrastrutture sanitarie che il governo sahrawi aveva iniziato a costruire. La medicina tradizionale ha quindi continuato ad esistere, in virtù delle necessità.
Attualmente questa viene praticata da alcuni anziani che si possono trovare quasi in ogni daira. Viene praticata da uomini o donne indifferentemente, anche se numericamente sembra che prevalgano gli uomini, che hanno appreso i metodi ed i principi dai loro genitori e dai loro nonni, che la praticavano prima della guerra con il Marocco.
Ci sono anche alcuni giovani che hanno appreso i primi rudimenti di questa "arte" medica, ma la popolazione si rivolge prevalentemente ai "vecchi", anche se molti dei figli di questi anziani lavorano ai campi in qualche settore o sono militari e non hanno il tempo necessario per stare con i genitori ad imparare la medicina tradizionale.
Formalmente, questa medicina non ha connessioni con la religione, ma si può notare che molti degli anziani medici sono particolarmente religiosi e praticanti i dettami del corano, al contrario della maggior parte della popolazione.
La medicina tradizionale riceve tutt'oggi, nonostante una organizzazione sanitaria ufficiale ben distribuita, molti consensi da parte della popolazione; alcuni di questi medici tradizionali "famosi" possono ricevere anche 50 persone alla settimana per varie cause e sintomi.
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Anziano medico tradizionale con gli "attrezzi" di fronte
Questi medici, che svolgono altri lavori o sono a riposo per anzianità, non sono riconosciuti in modo ufficiale dal governo e per questo praticano la loro attività nel tempo libero, nella loro tenda. Tutti gli abitanti conoscono i medici tradizionali della loro daira e per essere visitati occorre solo andarli a trovare. Non ricevono compensi di nessun tipo.
Molte persone si rivolgono alla tradizione dopo essere stati visitati al dispensario per patologie croniche o per casi che sono rimasti irrisolti, altri si rivolgono alla tradizione in prima istanza. Generalmente il criterio di scelta tra dispensario e medico tradizionale è nel tipo di sintomatologia accusata. Alcuni "medici" sono divenuti famosi per aver curato alcuni sintomi e quando presentano gli stessi sintomi in altre persone, sovente, queste si rivolgono alla tradizione.
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Alcuni rimedi tradizionali
I sintomi più trattati si riferiscono a patologie di tipo: oftalmologico, dermatologico, artrosico, ferite, traumi, cefalee, infertilità maschile e femminile, dispepsia, stipsi, bronchiti e laringiti, sinusiti, gastriti. I rimedi per queste sintomatologie sono costituiti da tre tipi di sostanze, usate pure o miscelate tra di loro: vegetali, minerali, animali. Le piante utilizzate sono quelle che nascono nel deserto, ma si possono trovare soprattutto nei territori del sahara occidentale (dove sono state conosciute ed apprezzate) e non nei campi profughi; i militari che vanno e tornano dai territori liberati, talvolta, portano agli anziani medici le erbe e le resine di cui hanno bisogno.
Il governo stesso, pur non riconoscendo appieno il servizio alla popolazione di questa medicina, periodicamente organizza delle campagne di raccolta di queste erbe specifiche. I minerali si possono trovare anche nei dintorni dei campi, si tratta di minerali ferrosi, carboniosi o solforosi; questi vengono macinati finemente assieme a metalli come il bronzo con dei mulini manuali in pietra.
Degli animali si utilizza soprattutto il grasso e la lana (pecora e cammello). Altre sostanze particolari o erbe di difficile reperimento si possono acquistare in Mauritania o anche a Tindouf, un elemento spesso utilizzato e ritenuto molto pregiato e il miele che ovviamente deve essere acquistato. Ci sono un migliaio di ricette che si ottengono da 32 tipi di piante miscelate con altri ingredienti.
Questa medicina si apprende con molti anni di esperienza perché non esistono scritture, testi disegni sull'uso corretto di questi rimedi, anche se nel museo attrezzato dalla gioventù sahrawi ci sono in esposizione numerose piante essiccate e pronte per l'utilizzo. Oltre all'uso di rimedi a base di varie sostanze, la medicina tradizionale sahrawi pratica l'uso di strumenti "chirurgici": lame, coltelli, chiodi, cerchi, siringhe, pinze; questi strumenti opportunamente scaldati vengono spesso usati per trattare ferite infette, ematomi, lesioni dermatologiche, ma anche contro la cefalea, le laringiti, le sinusiti.
In pratica esistono due branche della medicina tradizionale: una che fa uso di erbe e soluzioni, l'altra che fa uso di manovre cruente. Questa divisione non è sempre presente, in quanto molti medici, soprattutto gli uomini, sono capaci di usare entrambi i trattamenti. I giovani, però, rifiutano spesso di essere sottoposti a trattamenti cruenti, specie sul volto a causa delle cicatrici che residuano (alcuni punti dove si opera sono la radice del naso, la superficie volare dell'avambraccio, il gomito, la caviglia).
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Un medico tradizionale mostra degli strumenti "chirurgici" tradizionali
Qualche medico tradizionale ha effettuato anche interventi ad addome aperto (appendiciti o ferite di guerra) utilizzando ad esempio delle teste di formiche per suturare una sezione intestinale; oggi questi interventi sono molto rari in quanto scarsamente tollerati dal governo e visti con diffidenza dalla popolazione. I medici tradizionali affermano di avere essi stessi fiducia nella medicina occidentale e che i medici occidentali conoscono più malattie di loro (soprattutto quelle nuove, cioè quelle che sono caratteristiche di concentrazioni di popolazione); nonostante questo riconoscono anche la validità dei loro trattamenti, dei trattamenti curativi appresi nel corso degli anni, dall'esperienza accumulata e tramandata, dei consigli e delle sostanze assunte a scopo preventivo, ma di origine naturale, tutto questo senza mai deplorare la medicina ufficiale o anteporvi la loro. Secondo il pensiero di alcuni di loro è giusto, e non potrebbe essere diversamente, che esistano le due medicine che si completano vicendevolmente.
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Due medici tradizionali durante un colloquio
Il sistema sanitario e gli operatori sanitari ufficiali non riconoscono appieno, come abbiamo già detto, i medici tradizionali, soprattutto per quanto riguarda i trattamenti cruenti, ma può capitare di trovare qualche infermiere responsabile di un dispensario che invia, in modo informale, alcuni pazienti con alcuni sintomi dai medici tradizionali anziché all'ospedale (ad esempio per il mal di gola dei bambini, utilizzando il catrame). Può capitare, altresì, che qualcuno assuma dosi troppo elevate di erbe che risultano tossiche e si rende necessario il ricovero all'ospedale. Possono accadere anche episodi di assunzioni di rimedi tradizionali, in modo segreto, durante la degenza in ospedale perché portati dai familiari che non hanno sufficiente fiducia nell'ospedale. Aldilà della medicina tradizionale praticata da persone "specializzate", esiste una medicina popolare, che ogni madre di famiglia conosce, contro i sintomi più semplici: diarrea lieve, tosse, raffreddore, dolori di vario genere.
Anche questo tipo di cure fa molto uso di erbe e spesso anche di miele se si riesce a reperirlo dall'Algeria. Nell'attuale società sahrawi, nei campi profughi, il ricorso alla medicina tradizionale ha trovato un proprio equilibrio con la medicina ufficiale e la gente può scegliere da chi ed in quale modo farsi curare, senza che la parte esclusa si senta offesa.
La medicina tradizionale ha la difficoltà ad aggiornarsi sui nuovi sintomi e sulle malattie derivanti dal mutamento sociale da nomadi a profughi (anche se alcuni medici tradizionali usano anche farmaci chimici dei più diffusi come l'acido salicilico), la medicina ufficiale ha difficoltà ad affermarsi definitivamente a causa delle carenze materiali ed umane in quel contesto e della naturale inclinazione di questo popolo a far tesoro degli anziani e quindi alla medicina tradizionale.
Capìtolo pròssimo: 6. La sanità: epilogo,
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