- Premessa
- Introduzione
- Metodologia dell'indagine
- Il contesto:
- geografia
- popolazione
- sistema sociale
- La storia:
- dalle origini fino al 1975
- dal 1975 ad oggi
- La sanità:
- struttura organizzativa
- i comitati di salute
- i dispensari
- gli ospedali provinciali
- gli ospedali nazionali
- il Ministero della Sanità
- la formazione infermieristica
- la medicina tradizionale
- epilogo
- Conclusioni
- Bibliografia
L'assistenza infermieristica è un fenomeno universale, ma le
espressioni, i processi ed i modelli variano in base alle culture; i comportamenti,
gli obiettivi ed i compiti di assistenza variano con la struttura sociale
e con i valori specifici delle persone nelle diverse culture (1).
Se si accettano questi assunti come base, il riferimento per l'infermiere
diviene non solo "l'uomo", ma "l'uomo nel suo contesto".
Stiamo assistendo ad una "esportazione" della cultura sanitaria
anglo-europea secondo l'approccio diffusionista che sempre più sovverte
i sistemi sanitari del terzo mondo sviluppatesi nel corso dei secoli su
valori e culture autoctone. L'infermiere, a mio avviso, dovrebbe rivedere
il proprio ruolo alla luce della complessità mondiale che sta sempre
più aumentando. Assistere l'uomo, oggi, per noi occidentali può
aver assunto aspetti parziali, è necessario prendere atto dell'esistenza
del "diverso" e trovare, quindi, modelli di assistenza infermieristica
capaci di plasmarsi sui contesti specifici per ritrovare l'assistenza olistica.
La scelta di questa tesi vuole essere quasi una provocazione nel dibattito
che la professione infermieristica sta affrontando da oltre dieci anni
sulla propria collocazione tra le discipline scientifiche. Aldilà
della rigida presa di posizione su questo argomento, ho creduto che potesse
essere utile alla crescita personale, professionale e della categoria fare
un'indagine, sia pure soltanto descrittiva, di ambienti diversi, dove l'infermiere
ha molto su cui riflettere.
La scelta dei campi profughi sahrawi non è casuale. Ho valutato
la possibilità di fare questa indagine in precedenti incontri ed
ho creduto che nonostante la complessità delle condizioni di vita
e della situazione politica in cui si trovano i sahrawi, questa società
sarebbe stata adatta a questa tesi; la struttura sociale, i valori, e la
cultura di questo popolo è diversa dalla nostra, ma non così
distante come lo sarebbero state altre società dell'Africa centrale
o del sud-America.
Probabilmente i sahrawi si collocano a metà tra la "cultura
occidentale" e la "cultura diversa". Infatti, i sahrawi,
nonostante seguano le linee generali della cultura araba, hanno una formazione
del personale sanitario simile alla nostra, presentano un'impostazione
dell'organizzazione basata su differenti livelli d'intervento, attivano
la prevenzione.
Affrontare questa realtà è stato molto difficile e, come
sarà spiegato più avanti, non sono stati raggiunti tutti
gli obiettivi prefissi; affrontare un contesto completamente sconosciuto
sarebbe stato ancora più difficile senza gli strumenti della ricerca
etnografica e dell'etnonursing; per questo è necessario estendere
e diffondere queste discipline ancora relegate in secondo piano. L'aspetto
che ho preso in considerazione, l'organizzazione sanitaria, non può
essere scissa dal contesto e quindi saranno presentati brevi tratti di
geografia e di storia di questo popolo.